Il 2019 in via di conclusione ha rappresentato un passaggio importante nella storia della Cooperazione allo sviluppo tra Tunisia ed Italia e, per questo motivo, risulta importante effettuare una riflessione sugli importanti traguardi raggiunti nel corso dell’anno.
Tra i diversi episodi rilevanti, un posto privilegiato deve essere senza dubbio assegnato al primo vertice intergovernativo tra Italia e Tunisia, svoltosi a Tunisi il 30 aprile 2019 che, oltre a rafforzare lo storico legame di amicizia tra questi due Paesi, ha avuto come principale risultato la firma di tre importanti accordi di cooperazione allo sviluppo, per un totale di 75 milioni di euro. Tra questi, è stato siglato un accordo di conversione del debito tunisino per un totale di 25 milioni di euro. Una cifra che si va a sommare ad un precedente analogo accordo, che in aggiunta al nuovo, porta a 50 milioni di euro le risorse che a partire dal debito saranno riconvertite in programmi di pubblico interesse per la Tunisia.
Il secondo programma sottoscritto ha coinvolto poi il settore dell’educazione di base, proponendosi di migliorare le condizioni della vita scolastica di circa 66000 studenti, di 4000 insegnanti e di operatori scolastici in 260 scuole primarie, con un contributo di 25 milioni di euro a credito d’aiuto.
Infine, il terzo ambito d’intervento coinvolto dagli accordi sottoscritti durante il vertice è stata la decentralizzazione, asse prioritario della Cooperazione italo tunisina all’interno del Memorandum 2017-2020. Questo programma intende migliorare l’accesso per i servizi di base in 31 municipalità di recente creazione, suddivise in 10 Governatorati tunisini. Questa iniziativa, che prevede un finanziamento italiano a dono di 25 milioni di euro, rientra nella strategia di decentralizzazione enunciata all’interno della Costituzione tunisina del 2014 e della strategia volta alla creazione di nuovi comuni su tutto il territorio nazionale, messa in atto dal Governo tunisino al fine di ridurre le diseguaglianze tra le regioni.
Occorre poi ricordare che un altro importante programma di cooperazione, per un totale di 57 milioni di euro, è stato sottoscritto poco prima di questo vertice, nel marzo 2019. Si tratta di un’iniziativa volta al finanziamento degli investimenti nel settore privato e in particolare per l’agricoltura e l’economia sociale e solidale. Tale programma verrà realizzato attraverso la concessione di linee di credito a tasso agevolato per gli imprenditori tunisini, erogate attraverso i circuiti bancari locali. Si tratta della prima operazione in cui viene coinvolta direttamente la Cassa Depositi e Prestiti italiana, che contribuisce al programma con un finanziamento di 20 milioni di euro.
Parallelamente agli accordi sottoscritti in quell’occasione, la sede AICS di Tunisi ha proseguito la gestione dei programmi di cooperazione italo tunisina nei settori d’interesse del Memorandum 2017/2020 e in quelli risalenti ad accordi precedenti.
Possiamo quindi ricordare l’impegno per l’inclusione sociale ed economica dei giovani tunisini più vulnerabili e in particolare il progetto PINSEC, realizzato dall’ONG italiana CIES con il contributo della Cooperazione italiana. Quest’iniziativa, entrata quest’anno nella sua fase finale, ha permesso la creazione di un Hub, nella periferia ovest di Tunisi, dedicato alla formazione del personale municipale tunisino e all’assistenza dei giovani vulnerabili del Governatorato di Gran Tunis. Questa struttura ha permesso quindi ai giovani beneficiari di intraprendere un percorso di crescita che ha avuto come risultato l’organizzazione di una fiera del lavoro per favorire l’incontro tra la domanda di giovani non occupati e l’offerta da parte delle aziende, per un totale di circa 300 giovani coinvolti.
Sempre nell’ambito dell’inclusione sociale ed economica dei giovani, prosegue poi il progetto realizzato da UNOPS nel sud della Tunisia e più precisamente nei Governatorati di Médenine e Tataouine. Un’iniziativa che ha permesso fino ad oggi l’avvio di circa 80 microimprese, di cui il 40% gestite da donne. Si prevede che queste attività potranno generare 125 posti di lavoro diretti, di cui 75 a Medenine e 50 a Tataouine, a cui si aggiungeranno 150 posti di lavoro indiretti che parteciperanno alle dinamiche economiche della Regione. La Cooperazione italiana intende contribuire, attraverso questa iniziativa, alla creazione di un ambiente socioeconomico che possa aiutare le nuove generazioni a realizzare le loro aspirazioni.
Tra i settori prioritari parte del Memorandum 2017/2020 rientrava anche l’educazione, considerata come catalizzatore per lo sviluppo delle nuove generazioni e quindi del futuro del Paese. In quest’ambito proseguono i programmi che l’AICS finanzia sul canale multilaterale, attraverso le agenzie delle Nazioni Unite, come il Programma Alimentare Mondiale (PAM) e l’UNICEF. Il PAM sta portando avanti un’iniziativa che, in accordo con il Ministero nazionale dell’Educazione, intende creare un nuovo modello centralizzato di cantine scolastiche, in grado di fornire cibo adeguato anche in quelle scuole rurali che non riuscirebbero da sole a sopperire a questo servizio.
UNICEF, da parte sua, sta realizzando due progetti volti a ridurre il tasso di abbandono scolastico e a migliorare la qualità dell’ambiente e dei servizi offerti dalle scuole. In quest’ambito bisogna segnalare l’inaugurazione dei nuovi centri per l’infanzia a Tunisi, Kairouan e Jendouba. Si tratta di strutture di alta qualità atte ad ospitare oltre 100 bambini ciascuna, dai 3 ai 6 anni. Questi centri serviranno anche come formazione per futuri educatori della scuola materna e potranno offrire anche sessioni di educazione destinate ai genitori.
Si segnala infine che nel marzo 2019 è stato ufficialmente inaugurato al pubblico il Presbiterio di Santa Croce, situato nella Medina di Tunisi, per l’esposizione di una mostra di quadri permanente della collezione della Municipalità. Si tratta di un edificio riabilitato grazie ad un finanziamento della Cooperazione italiana con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio artistico locale come vettore di sviluppo della città. Nell’ambito dello stesso intervento, bisogna poi sottolineare come lo scorso novembre 2019 hanno avuto inizio i lavori di ristrutturazione che interesseranno la Chiesa, che andranno cosi a completare l’intero intervento.
L'anno appena trascorso ha segnato infine l’inizio e il consolidamento del primo programma di cooperazione delegato dall’Unione Europea ad AICS. Si chiama “Recovery, Stability and Socio-economic Development in Libya”, e prevede lo stanziamento di 50 milioni di euro del Fondo Fiduciario dell’Unione Europa (EU Trust Fund) per il rafforzamento dei servizi di base nei settori sanitario, educativo e idrico-igienico (WASH) in 24 municipalità libiche dislocate lungo le principali rotte migratorie. In questo quadro, AICS gestisce 22 milioni di euro, e svolge il ruolo di capofila nel coordinamento ed esecuzione dell’iniziativa, che viene realizzata al fianco di due agenzie delle Nazioni Unite: UNDP (18 milioni) e UNICEF (22 milioni).
Grazie al lavoro di una squadra dedicata, la cosiddetta Programme Management Unit (PMU), unità di gestione prevista dall’architettura dei programmi di cooperazione delegata, il 2019 ha segnato tre importanti risultati: la costituzione e consolidamento degli organi di governo (Technical Secretariat, Technical Committee e Steering Committee, all’interno dei quali AICS svolge un importante ruolo di coordinamento); la definizione di oltre 100 interventi specifici nelle municipalità in target, frutto di un minuzioso processo di consultazione con le autorità e il personale tecnico locale, attori fondamentali nell’identificazione dei bisogni prioritari delle comunità di riferimento; e infine il lancio di tre bandi (Call for Proposals) per ONG internazionali esperte e qualificate, da selezionare quali partner di AICS nella realizzazione degli interventi sul campo. Un ruolo importante, all’interno del programma, è stato dato alla comunicazione, con la messa a punto di una strategia coordinata in cui AICS, UE, UNDP e UNICEF lavorano al fianco degli addetti stampa delle municipalità libiche coperte dal programma, per restituire un’informazione puntale e inclusiva sui servizi di base in target.
Gli interventi inizieranno a prendere forma nel 2020 e prevedono, oltre a circoscritti lavori di riabilitazione e ampliamento di ospedali e cliniche mediche, scuole e strutture educative, un sostanziale impegno nella fornitura di attrezzature e strumentazioni mediche specializzate, sistemi idrici, generatori di energia e analoghi servizi di base il cui accesso sarà garantito a tutti i membri delle comunità. Parallelamente, si intensificherà il lavoro al fianco del personale tecnico locale affinché tali interventi non rimangano fini a sé stessi ma favoriscano uno sviluppo.