La Cooperazione italiana chiude il progetto Nemo Kantara per lo sviluppo delle comunità costiere nel sud della Tunisia

[COMUNICATO STAMPA]

Tunisi, 26 giugno 2023

Organizzata dalla sede italiana del CIHEAM (Centro Internazionale di Superiori Studi Agronomici Mediterranei) in collaborazione con l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) di Tunisi, si è svolta questa mattina la cerimonia di chiusura di Nemo Kantara, un progetto della Cooperazione italiana volto a migliorare e diversificare i modelli di produzione e consumo in vista di una crescita economica positiva e sostenibile nelle zone costiere della Tunisia.

Alla cerimonia, che si è svolta presso l’Hotel Laico di Tunisi, hanno preso parte Sig. Hechmi Messaoui, Direttore Generale dell’INSTM e Presidente facente funzione e Amministratore Delegato di APIP, in rappresentanza del Ministro dell’Agricoltura, delle Risorse Idriche e della Pesca, Sig. Fabrizio Saggio, Ambasciatore d’Italia a Tunisi, Sig. Andrea Senatori, il Direttore di AICS Tunisi, lo staff del CIHEAM Bari accompagnato dal suo Vice Direttore, Sig. Biagio Di Terlizzi, e dal coordinatore del progetto Sig. Stefano Carbonara, nonché i partner coinvolti nella il progetto (DGPA, CRDA, APIP, GIPP, AVFA, APAL).

Finanziato con 5 milioni di euro dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) attraverso l’AICS, “NEMO KANTARA – Stabilizzazione e Sviluppo Socio-economico delle Regioni Costiere Tunisine” è stato realizzato per tre anni nei governatorati di Gabès e Médenine dal CIHEAM di Bari, in stretta collaborazione con il Ministero tunisino dell’Agricoltura, della Pesca e delle Risorse Idrauliche.

“Questo progetto è un’ulteriore prova della proficua collaborazione tra Tunisia e Italia in termini di cooperazione allo sviluppo. Stiamo lavorando per ottenere risultati concreti che, al di là delle cifre, significano maggiore empowerment e occupazione in settori ad alto valore economico per la Tunisia, ma in generale una produzione locale più rispettosa delle risorse naturali”, ha dichiarato l’Ambasciatore Saggio.

Il progetto NEMO KANTARA ha permesso di rafforzare le organizzazioni degli operatori della pesca e degli attori istituzionali di Gabès e Médenine, creando sinergie per la gestione sostenibile delle risorse naturali e migliorando la competitività del settore.

“Nemo Kantara è uno dei progetti finanziati dalla Cooperazione italiana che promuove sistemi di produzione economicamente redditizi e socialmente equi, in grado di creare ricchezza perenne, soddisfare i bisogni alimentari e garantire l’equilibrio degli ecosistemi e la conservazione della biodiversità”, ha aggiunto Senatori, direttore dell’AICS di Tunisi.

Con un impatto notevole sulla filiera della pesca, i cinque pontili costruiti nell’ambito del progetto garantiscono ora la vicinanza delle strutture di imbarco e sbarco, fondamentali non solo per lo sviluppo socio-economico dei piccoli pescatori e il miglioramento delle loro condizioni di lavoro, ma anche per la valorizzazione del prodotto ittico in termine di qualità e di igiene. Allo stesso modo, il mercato ittico di Houmet Souk è stato ricostruito per facilitare l’accesso ai pescatori e ai clienti, oltre a promuovere l’accesso all’acqua grazie al rubinetto intelligente tramite SMS. Queste stazioni di rifornimento idrico sono state installate in altri 3 porti dell’isola di Gerba per evitare sprechi di acqua ed energia durante le operazioni di routine dei pescatori.

“L’approccio del CIHEAM Bari e la sua lunga storia con i progetti NEMO confermano il successo di un approccio che mette al centro la formazione e il trasferimento di competenze, creando una catena del valore della conoscenza in grado di produrre un reale sviluppo sostenibile. Le oltre 12.000 ore di formazione hanno coinvolto non solo esperti tunisini, ma anche i migliori rappresentanti del sistema italiano nei settori della ricerca, della formazione e dell’agricoltura, diventando così un modello di dialogo mediterraneo con l’Italia come partner di riferimento”, ha sottolineato Di Terlizzi, vicedirettore del CIHEAM Bari.

Al fine di diversificare il reddito degli operatori della pesca, il progetto ha offerto più di 800 microcrediti, soprattutto a giovani e donne, per la creazione o il rafforzamento di microimprese nei settori dell’artigianato, del commercio, dell’agricoltura e della pesca. Nemo Kantara ha inoltre sostenuto 40 progetti imprenditoriali per raccoglitori di vongole e pescatori e 4 start-up di giovani diplomati delle scuole di pesca. Più di 500 persone sono state individualmente supportate nella formulazione di un business plan per l’attività di finanziamento e creazione d’impresa.

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Accolti in Italia due pazienti pediatrici libici: operazione di aiuto umanitario della Cooperazione italiana

Atterrano oggi, 18 novembre, all’aeroporto di Roma Fiumicino, due nuovi pazienti libici in età pediatrica, che riceveranno le cure presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù (OPBG) nell’ambito di un progetto umanitario destinato a minori libici affetti da patologie onco-ematologiche, finanziato dalla Cooperazione italiana e attuato tramite un accordo fra l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e l’Ospedale.

I bambini, affetti da talassemia, saranno trasportati con mezzo adeguato alle loro condizioni cliniche verso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, dove intraprenderanno un primo ciclo di analisi mediche, non altrimenti realizzabile in Libia, finalizzato alla cura della malattia. Nelle prossime settimane e durante la loro intera permanenza in Italia, l’Ospedale provvederà a pianificare e stabilire percorsi clinici e terapeutici ad hoc per i piccoli pazienti.

Nell’ambito dello stesso progetto sono stati già presi in cura ad oggi 9 minori, ricevendo anche – laddove necessario – un trapianto di midollo. Di questi 9, 3 bambini hanno completato con successo il percorso di cura e sono potuti rientrare in Libia. Oltre alle cure sanitarie, sono state fornite attività di istruzione per i bambini e di assistenza sociale e psicologica per gli accompagnatori, grazie al coinvolgimento di mediatori culturali di lingua araba, al fine di facilitare una corretta comunicazione con il personale della struttura sanitaria.

 

La Cooperazione italiana firma un nuovo accordo con l’OIM per favorire il coinvolgimento della diaspora tunisina nello sviluppo socio-economico del Paese

[COMUNICATO STAMPA]

 

Tunisi, 5 luglio 2023

Questa mattina, presso la Residenza dell’Ambasciatore d’Italia a Tunisi, è stato siglato un nuovo accordo con l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) per la realizzazione della fase 2 del progetto Mobi-TRE/ “La migrazione come risorsa: la mobilitazione della diaspora tunisina e la stabilizzazione delle comunità svantaggiate in Tunisia”, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS).

Sulla base dei successi e delle lezioni apprese nella prima fase, il progetto continuerà a fornire alla diaspora tunisina gli strumenti più adeguati per contribuire allo sviluppo del suo Paese d’origine, stimolare gli investimenti e l’imprenditoria tra i giovani e le donne delle regioni più vulnerabili e con alti tassi di mobilità migratoria, e creare posti di lavoro sostenibili e dignitosi per tutti e tutte.

La firma di oggi con l’OIM è un’ulteriore testimonianza concreta dell’approccio globale promosso dal Governo italiano per la sua programmazione strategica nel campo della mobilità umana. Con questo nuovo contributo di 2 milioni di euro, ribadiamo il nostro impegno a investire nel capitale umano come fonte inestimabile per lo sviluppo del Paese”, ha dichiarato l’Ambasciatore italiano, Fabrizio Saggio.

Mobi-TRE è uno dei progetti più innovativi che finanziamo, perché per la prima volta coinvolge la diaspora tunisina in investimenti nel proprio Paese d’origine, incoraggiandone la partecipazione attiva alle azioni di sviluppo, lontano dai tradizionali modelli di sostegno basati sul dono. La diaspora, per sua natura saldamente legata al territorio di origine e di destinazione, può essere sia un ponte culturale che una leva per lo sviluppo economico“, ha continuato il direttore dell’AICS Tunisi, Andrea Senatori.

Nell’ambito della prima fase di Mobi-TRE sono stati sostenuti 56 progetti imprenditoriali in 14 governatorati. Questi progetti hanno permesso la creazione e il consolidamento di 367 posti di lavoro, di cui 151 con contratti di lavoro regolari, in particolare per i giovani tra i 18 e i 30 anni (60%), il 76% dei quali donne.

“L’OIM Tunisia è lieta del successo della prima fase di Mobi-TRE, in partenariato con l’AICS, e attende con impazienza il rinnovo della seconda fase che mira a consolidare i risultati ottenuti nel rafforzamento dell’impegno della diaspora e del suo contributo allo sviluppo della Tunisia”, ha sottolineato Azzouz SAMRI, Capo missione dell’OIM Tunisia.

Con l’obiettivo di creare maggiori legami tra il Paese di origine e quelli di destinazione attraverso una prospettiva di sviluppo transnazionale, Mobi-TRE nella fase 2 estenderà il suo campo d’azione ai tunisini residenti all’estero (TRE) in Germania, Arabia Saudita, Costa d’Avorio, Francia e Italia. Questa scelta si è basata su diversi criteri, in particolare sulla concentrazione dei TRE in Francia, Italia e Germania, sulla cooperazione economica e sulle relazioni migratorie storicamente esistenti con la Costa d’Avorio e sull’ammontare delle rimesse provenienti dall’Arabia Saudita. Un aspetto innovativo di questa seconda fase sarà il supporto tecnico fornito alle aziende, che consentirà loro di entrare in nuovi mercati e di vendere i propri prodotti online. Infine, ancor più che nella prima fase, sarà data priorità alle donne e ai giovani, ai gruppi vulnerabili e ai progetti imprenditoriali dell’economia sociale e solidale in grado di creare occupazione diretta e indiretta, nonché sostenibilità ambientale.

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Un “basta!” che salva

Per la rubrica: “Voci di Noi Altr* AICS”

di Martina Palazzo

«Mi è sempre stato tutto vietato, da bambina e da adulta. Il mio ruolo era obbedire e stare zitta.” Inizia così il racconto di Asma (nome fittizio), donna sulla quarantina e madre di 3 minori, vittima di violenze perpetue e soprusi che negli anni hanno spento qualsiasi sogno, annullato ogni germoglio d’ambizione. Vive in un villaggio di appena 600 abitanti in una zona costiera del sud della Tunisia, dove la pesca sfama le famiglie e i mezzi di trasporto per la grande città, Zarzis a mezz’ora di strada, sono radi.
Asma è una donna che si è ritrovata sola, senza casa e con tre bambini da accudire quando nel 2016 ha deciso di divorziare. La società le ha voltato le spalle senza diritto d’appello. La sua famiglia l’ha picchiata e l’ha denigrata verbalmente. “Una donna analfabeta come te non può permettersi di prendere decisioni. Torna a casa e sii paziente. Rispetta tuo marito e resta al tuo posto”, questa è stata la sentenza finale del padre. Nulla di diverso rispetto alle parole che amaramente raccoglieva ogni volta che varcava la porta di casa dei suoi genitori con i segni della violenza, quella fisica e quella morale, che mostrava sul volto e imprigionava negli occhi. Persino nell’intimità di coppia era trattata come un animale, come un cane al servizio di un uomo padrone privo di amore, di affettività, di rispetto. Eppure Asma ha resistito per 15 anni, annientata, violata e abusata tra le mura prigione di quella casa. Tre gravidanze dopo, ha deciso di dire “basta!”. “Quando ho sentito il pianto del mio terzogenito appena uscito dal mio ventre, ho capito che dovevo mettere un punto. Dovevo proteggere i miei figli e assicurar loro un futuro di sogni. Non ero più solo responsabile della mia vita, eravamo in quattro”, dice Asma con la voce strozzata.

Il piccolo aveva appena un mese di vita quando Asma si è recata presso il centro polivalente “Nejmet Tounes”, creato dal CIHEAM nell’ambito del progetto regionale GEMAISA, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS). Una sua vicina le aveva consigliato di partecipare ad una delle sessioni d’informazione, sensibilizzazione, formazione e orientamento rivolte alle donne per facilitare il loro ingresso nel mondo del lavoro. Asma non cercava un impiego, ma uno spazio dove liberarsi dal fardello. Lì ha deciso di confessare e confessarsi, proprio lì ha trovato chi ha ascoltato la sua storia. Tra le orecchie ricettive c’erano quelle di Samia Mtimet, la responsabile del progetto e del centro. È lei che dal 2016 accoglie le donne di Zarzis e dintorni che hanno bisogno di assistenza professionale, tecnica, psicologica e giuridica. Samia, grazie ad un training ad hoc fornito dall’associazione LeNove, ascolta in totale riservatezza, registra i dati e poi indica l’entità più indicata per dare un seguito alla richiesta.

 

“Persino durante la pandemia covid-19 abbiamo dato continuità ai nostri servizi telefonicamente. È importante che queste donne sappiano che qui c’è sempre qualcuno disponibile e pronto ad ascoltarle”, rivela Samia. Niente di più vero se si considera l’impatto del confinamento, decretato dal governo come misura preventiva contro l’espandersi del coronavirus, sulle donne. Dal 22 marzo al 3 maggio 2020, il numero verde istituito dal Ministero della Donna ha ricevuto più di 7000 segnalazioni di violenze di genere. Nello stesso periodo la pandemia ha causato spesso l’impossibilità per le vittime di accedere ai servizi di giustizia, minacciandone la sicurezza fisica e psicologica. Sebbene la legge tunisina n. 58 del 2017 rappresenti uno strumento legale per eliminare le violenze di genere, il numero di donne vittime di atti di violenza domestica e familiare è in aumento.

 

“I problemi più ricorrenti delle donne sono legati ai divorzi difficili, all’eredità e alle questioni fondiarie, agli abusi di potere sul posto di lavoro e alle violenze”, ci spiega Tijania Jelliti, avvocatessa di Zarzis che presta servizio volontario presso lo sportello giuridico di Nejmet Tounes. È lei che ha seguito legalmente Asma dal 2016 a settembre 2021 quando il tribunale ha chiuso definitivamente il caso, riconoscendole il diritto a riappropriarsi della casa e a ricevere mensilmente il mantenimento dal marito per sé e per i figli.

In Tunisia esiste un quadro legislativo che riconosce e tutela i diritti delle donne, ma molte non ci si appellano perché ne ignorano l’esistenza. Non difendono i loro diritti perché non sanno di averli,” conclude l’avvocatessa.

 

Asma oggi lavora, non vive più nel silenzio e nel diniego. “Quando mi guardo allo specchio vedo ancora una bambina che ha tanti sogni da realizzare”, ci racconta con un sorriso quasi furtivo. Lei ha trovato altre donne sul cammino della liberazione e della riaffermazione personale. A dispetto del ripudio della sua comunità d’origine, ancora intrisa di preconcetti e costumi iniqui, Asma è riuscita a trovare la forza nella sua progenie, in quella che lei definisce “espansione del mio io”. Per loro vuole essere un modello di vita, un esempio di coraggio e di forza perché gli obiettivi si sognano e si realizzano solo grazie ad un forte senso di autodeterminazione.

“Oggi racconto la mia storia perché possa essere d’ispirazione a molte donne che subiscono violenze. Abbiate coraggio di denunciare per iniziare a vivere.”

               

GEMAISA è un progetto regionale finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e realizzato dal CIHEAM di Bari in sei Paesi del Mediterraneo, (Marocco, Tunisia, Egitto, Giordania, Libano e Palestina). Il progetto, composto di due fasi e conclusosi a settembre 2021, mira a migliorare i mezzi di sostentamento delle donne rurali aumentandone la partecipazione nelle filiere agroalimentari locali e contribuendo al rafforzamento della capacità dei Ministeri dell’Agricoltura circa l’integrazione delle questioni di genere nelle loro politiche, strategie e programmi. L’obiettivo finale di tutte le attività è di avviare un’azione collettiva per il cambiamento e l’inclusione di genere sostenendo la partecipazione delle donne alla vita e al lavoro civile.

L’Agenzia sostiene la “16 Days Campaign” per prevenire e eliminare la violenza contro le donne e le ragazze. #OrangetheWorld

La Cooperazione italiana e la Banca Mondiale confermano il loro sostegno alla Tunisia tramite il rafforzamento del sistema statistico

[COMUNICATO STAMPA]

Tunisi, 18 luglio 2023

La Cooperazione italiana ha siglato ieri un finanziamento aggiuntivo alla Banca Mondiale, volto a rafforzare il sistema statistico tunisino per la raccolta, la produzione, l’analisi e la diffusione di dati statistici di alta qualità in settori prioritari. L’accordo, che si inserisce nell’ambito del “Tunisia Economic Resilience and Inclusion Umbrella Fund” (TERI), un fondo multi-donatori gestito dalla Banca Mondiale, testimonia la solida collaborazione tra le due istituzioni, basata sulla comune convinzione che dati accurati e statistiche affidabili siano un prerequisito per prendere decisioni consapevoli per lo sviluppo del Paese.

La cerimonia di firma si è svolta presso la Residenza d’Italia a Tunisi, in presenza dell’Ambasciatore Fabrizio Saggio, del Rappresentante Residente della Banca Mondiale in Tunisia, Alexandre Arrobbio, del Direttore della Sede Regionale dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) a Tunisi, Andrea Senatori e del Direttore Centrale responsabile della Governance dell’Istituto Nazionale di Statistica (INS), Mohamed Frigui.

Questo accordo prevede di offrire assistenza tecnica continua all’INS, il principale organo del sistema statistico nazionale. L’obiettivo è quello di mettere l’INS in condizione di produrre e diffondere dati e statistiche rilevanti che supportino e migliorino l’elaborazione di politiche basate su dati concreti. In tal senso, tra i risultati previsti, si auspica un significativo miglioramento della capacità della Tunisia di monitorare meglio gli indicatori socio-economici, di formulare politiche solide e di attrarre investimenti nel Paese.

Con questo accordo, l’Italia conferma ancora una volta il suo impegno ad affiancare la Tunisia nel suo processo di modernizzazione e sviluppo sostenibile, utilizzando un approccio pragmatico e globale che possa rispondere alle reali esigenze del Paese“, ha dichiarato l’Ambasciatore Saggio.

Secondo Alexandre Arrobbio della Banca Mondiale, “questo nuovo accordo di finanziamento dimostra il nostro costante impegno nei confronti della Tunisia e la nostra comune convinzione dell’importanza di dati e statistiche accurati a sostegno di un processo decisionale ponderato. Siamo determinati a lavorare con i nostri partner italiani per rafforzare la capacità statistica della Tunisia e favorire il suo sviluppo economico e sociale.”

Con questo finanziamento aggiuntivo, esprimiamo la volontà di lavorare insieme alla Banca Mondiale con l’obiettivo di migliorare la raccolta e l’analisi dei dati per definire strategie di intervento più pertinenti ed efficaci allo sviluppo sostenibile della Tunisia“, ha concluso Andrea Senatori, direttore dell’AICS di Tunisi, a margine della cerimonia di firma.

Il rafforzamento dell’INS, sostenuto dalla Cooperazione italiana e dalla Banca Mondiale, consentirà alla Tunisia di progredire sulla strada dello sviluppo sostenibile e della crescita inclusiva.

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Il “fatto a mano” tunisino alla Fiera dell’Artigianato di Milano

   

di Martina Palazzo

Per la prima volta nella loro carriera, 12 artigiani tunisini espongono le loro creazioni oltre i confini nazionali. Sono a Milano all’« Artigiano in fiera » dal 4 al 12 dicembre per mostrare il savoir-faire del loro Paese tra tradizione e innovazione.

Giovani donne e uomini provenienti da diverse regioni dei quattro angoli della Tunisia, tutti con una storia personale di successo, tutti sostenuti da UNIDO e IOM, le due agenzie delle Nazioni Unite che stanno realizzando rispettivamente i progetti Creative Tunisia e Mobi-TRE, grazie al sostegno finanziario dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS). Queste due iniziative incoraggiano lo spirito imprenditoriale, in particolare tra i giovani, e valorizzano le competenze locali attraverso la creazione di opportunità economiche e la modernizzazione degli apparati produttivi per una maggiore competitività su scala nazionale e internazionale.

La Tunisia, crocevia di civiltà nel corso dei secoli e ponte di scambi commerciali dalle sue coste ai villaggi berberi, possiede un vero e proprio know-how artigianale che porta i segni del passato e conserva le tradizioni. Questo patrimonio rafforza anche il tessuto economico del Paese, impiegando una gran parte della popolazione attiva su tutto il territorio nazionale. Oggi l’artigianato tunisino vuole essere vettore di una sorta di riabilitazione dei mestieri tradizionali. Non solo oggetti, ma creazioni che trasmettono la storia di una comunità e, allo stesso tempo, di un professionista che ha voluto giocare con le ispirazioni e le esigenze del mondo contemporaneo. Questo è il segreto dei nostri giovani presenti questa settimana a Milano. Riesumano il tesoro ancestrale e gli danno un aspetto innovativo; stanno al passo con i tempi senza perdere la memoria. E ce n’è per tutti i gusti: tessitura con materiali nobili e naturali, cosmetici e alimentari, decorazioni in ferro.

Queste creazioni aspettano solo di essere scoperte. “La nostra partecipazione alla fiera è molto importante perché ci dà la possibilità di far conoscere i nostri prodotti ad un pubblico internazionale”, dice Amel Laouini, tunisina residente in Italia che ha investito nella marca di cosmetici, Mliz Nature, nell’ambito del progetto Mobi-TRE. “Spero di arrivare alla fine di questo evento con nuove idee per il futuro e contatti utili per ulteriori affari”, conclude.

Infatti, la fiera è sia una vetrina che una piattaforma di scambio. Qui, un know-how specifico e senza tempo crea legami con l’altrove e con l’altro. “Questa esperienza ci aiuta a sviluppare i nostri prodotti secondo le esigenze del mercato internazionale e a diventare più competitivi nell’era della globalizzazione”, dice Faiez Boussaid, uno dei beneficiari del progetto Creative Tunisia.

Facciamo rivivere il passato nelle creazioni dei nostri giovani artigiani. Scopriamo il loro talento.

Terremoto in Marocco: lanciate campagne di raccolta fondi

Alle ore 23 di venerdì 8 settembre una forte scossa di terremoto di magnitudo 7 ha scosso la regione di Marrakech in Marocco. Ad oggi si contano quasi 3.000 morti e 6000 feriti, un bilancio che non cessa di mutare. Le zone più colpite si trovano in aree montagnose rese ancora più inaccessibili dalle frane e dai danni infrastrutturali causati dalle scosse.

La macchina della solidarietà si è messa in moto da giorni. Molte ong italiane, da anni presenti sul territorio, sono già impegnate in attività di assistenza post-emergenza.

Sul sito dell’Ambasciata d’Italia a Rabat sono elencate tutte le iniziative del Sistema Italia e delle istituzioni marocchine per raccogliere fondi a sostegno delle comunità più colpite.

[PRESS RELEASE] Towards efficient agricultural water use in Libya

AICS and FAO in cooperation with the Ministry of Water Resources launch the project for monitoring, evaluation and rationalization of water use for the agriculture sector

 

Tripoli, 31st January 2022

The Italian Agency for Development Cooperation (AICS) and the Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO), in cooperation with Ministry of Water Resources in Libya, are launching the project “Monitoring, evaluation and rationalization of water use for the agriculture sector in Libya” following the approval on 15th March 2021 of a 830.000 Euro-grant by the Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation (MAECI). In the presence of the Minister of Water Resources, Mr. Tariq Abdel, the Deputy Minister of Agriculture, Mr Mohamed Bashir Al Turki, the Italian Embassy in Tripoli and key stakeholders in the water management sector – at institutional, academic, scientific and civil society levels – meet today around a virtual table to discuss the next steps of the project and the methodology to be followed.

Through the results of this project, an assessment of the water use for the agricultural sector will be undertaken to support monitoring, evaluation, and rationalization of this use of water, and to enhance agricultural water management performance, particularly water consumption and productivity. As a result, a strategic plan for water resources management that reviews the water, food and energy needs will be formulated.

In this respect, in his opening speech, H.E Mr. Tariq Abdel Salam Abu Falika – Minister of Water Resources said: “we look forward to the contribution of this project in building a cooperative framework between the Ministry of Water Resources, the Ministry of Agriculture and Livestock and all partners at the national and local levels”.

Overall, the expected impact of the project is that food security in Libya, particularly in the Fezzan region, will be strengthened through more efficient use of agricultural water, while preventing acute water shortages, environmental degradation, and mass population displacement.

To materialize this impact, H.E Mr. Mohamed Bashir Al Turki – Deputy Minister of Agriculture Reclamation Affairs said: “there is a need for coordination, communication and exchange of information and experiences between national sectors to build a cooperative framework between the Ministry of Agriculture and Livestock, Ministry of Water Resources and all national partners to share data, systems and experiences”.

Through this two-year initiative, AICS, FAO and the Libyan authorities are strengthening their partnership in order to build national capacities for a performant use of agriculture water in the country in general and in the Fezzan region in particular, considering that Libya is characterized by an absolute water scarcity with its annual per capita Internal Renewable Water Resources (IRWR) around 106 m3/capita/yr.

“This is a project of pivotal importance for the Italian Cooperation in Libya since it is crucial for the survival and improvement of essential living conditions, such as food security, agriculture and water. At the same time, it aims at strengthening capacity, knowledge, and sector coordination”, said Mr. Andrea Senatori, Director of AICS Tunis Regional Office.

Moreover, this project falls under the umbrella of the FAO Regional Water Scarcity Initiative and aims to strengthen the capacities of national institutions for the monitoring, evaluation and rationalization of water use for agriculture sector using geospatial technologies. “With this project, FAO is responding to three national strategic priorities: firstly, sustainable increase in crop productivity and raising levels of food safety standards; secondly, expansion of the use and sustainable management of natural agricultural resources; and thirdly, capacity building and improvement in services to support the agricultural sectors”, said Mr. Philippe Ankers, Libya FAO Representative ad interim.

 

CONTACTS

AICS Tunis Regional Office
Communication Office: martina.palazzo@aics.gov.it; comunicazione.tunisi@aics.gov.it

FAO Tunis Sub-Regional Office
Communication Office: Faten.Aouadi@fao.org; FAO-SNEA@fao.org

Ministry of Water Resources of Libya
National Project Coordinator: solabboud@yahoo.co.uk

 

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Entra nel vivo il sostegno italiano per i comuni tunisini

Sono state avviate le prime attività del programma di sostegno alla decentralizzazione in Tunisia (PRODEC) finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS).

Con una visita presso il Governatorato di Sfax effettuata nell’ultima settimana di agosto, l’Ambasciatore  a Tunisi, Lorenzo Fanara, insieme ad una delegazione dell’AICS, ha incontrato i sindaci di 7 comuni che rientrano nella lista delle 31 municipalità beneficiarie del programma PRODEC. Tale visita si pone quindi in linea di continuità con l’evento risalente al giugno scorso, con cui l’Ambasciatore d’Italia aveva ricevuto presso la sua residenza tutti i sindaci coinvolti in quest’iniziativa, insieme al Ministro degli Affari Locali e al Rappresentante della Caisse des Prêts et de Soutien aux Collectivités Locales (CPSCL), ente esecutore dell’iniziativa. Come ribadito nel corso di quell’occasione, la delegazione italiana ha espresso l’intenzione di mantenere una finestra di dialogo costante con la controparte locale con l’obiettivo di approfondire il contesto territoriale, nonché di cogliere i bisogni espressi dai sindaci in merito alle loro priorità sociali e di sviluppo economico, con una particolare attenzione verso la realizzazione o la ristrutturazione degli uffici comunali e l’erogazione dei servizi di base per la popolazione.

I 7 comuni del Governatorato di Sfax (Hzag Ellouza, Ennasr, El Amra, Achech Boujarbou Auodhna Majel Darj, Aouabed Khezanet, Hajeb, Ennadhour Sidi Ali Belabed) oggetto della visita saranno beneficiari di circa 8,5 milioni di euro, su un totale di 25 milioni di euro a dono messi a disposizione dall’AICS per il programma PRODEC. Tale cifra verrà utilizzata per le spese di investimento nei prossimi tre anni, in particolare per la costruzione o ristrutturazione degli edifici amministrativi, l’acquisto di attrezzature (come i veicoli per la raccolta dei rifiuti), la realizzazione di progetti di prossimità (come le strade comunali, gli scoli per le acque pluviali, l’illuminazione stradale), di progetti di sviluppo delle attività produttive e commerciali e socio-culturali.

I beneficiari di quest’iniziativa saranno i sindaci, i rappresentanti eletti e il personale amministrativo delle municipalità coinvolte, a cui si aggiungono i cittadini che potranno accedere a servizi municipali migliorati.

L’iniziativa PRODEC rappresenta quindi il concreto impegno italiano nel supporto al processo di decentralizzazione perseguito dalle autorità tunisine e stabilito dalla Costituzione del 2014. Italia e Tunisia intendono cosi collaborare al fine di contribuire alla riduzione delle disparità tra regioni, migliorando l’accesso per i cittadini ai servizi di 31 comuni di recente creazione situati in 10 Governatorati del Paese.

 

 

Libia – Al via il più importante programma di cooperazione europea per la stabilità e lo sviluppo

Tripoli – Giovedi 29 novembre l’AICS ha partecipato alla prima sessione del Comitato di Pilotaggio del programma europeo Recovery, Stability and Socio-economic Development in Libya a sostegno dei servizi di base in 24 municipalità su tutto il territorio libico. A soli due mesi dalla firma del primo accordo di cooperazione delegata UE-AICS, questa importante riunione ha sancito l’avvio della fase operativa.

Frutto di un’iniziativa congiunta tra l’Unione Europea, il governo libico e il governo italiano a supporto della stabilizzazione del Paese, il programma prevede un finanziamento complessivo di 50 milioni di euro e una durata triennale. L’iniziativa, elaborata nel quadro dell’Emergency Trust Fund for Africa,  rappresenta il più importante intervento UE a sostegno delle municipalità libiche e sarà realizzato in partnership con le agenzie UNDP (18 milioni) e UNICEF (10 milioni), accanto all’Agenzia (22 milioni).

Oltre all’impegno diretto per il potenziamento di strutture per la fornitura, nelle municipalità coinvolte, di servizi di base nei settori salute, istruzione, acqua potabile e protezione igienico-sanitaria, AICS giocherà un ruolo chiave nel coordinamento di un programma cruciale per promuovere la stabilità e migliorare le condizioni di vita della popolazione residente e migrante.

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