Un caro saluto

Cari lettori, colleghi ed amici,

tra pochi giorni termino il mio incarico presso la sede di Tunisi ed anche, come forse sapete, il mio lavoro presso l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS).
Vado in pensione dopo quarant’anni di lavoro nell’ambito della cooperazione allo sviluppo e gli ultimi trenta trascorsi prima con la Direzione Generale  per la Cooperazione allo Sviluppo (DGCS) e poi con AICS.  Sono contento di aver concluso questo lungo percorso professionale in Tunisia, un paese che sicuramente mi resterà nel cuore e che in questi quattro anni di lavoro mi ha dato molto.

Sono arrivato a Tunisi alla vigilia della conferenza Tunisia 2020 nel novembre 2016 e subito dopo, nel febbraio 2017, abbiamo potuto firmare il Memorandum per la Cooperazione allo sviluppo tra Italia e Tunisia. Un Memorandum che teneva conto delle indicazioni di Tunisia 2020, dava continuità a quanto realizzato in passato per le piccole e medie imprese tunisine e per il settore educazione ma che apriva anche a nuove prospettive, come il sostegno al settore agricolo attraverso l’apertura di una nuova linea di credito e la possibilità di finanziare imprese sociali nell’ambito della nuova legge per l’economia sociale e solidale, a cui la Cooperazione italiana ha contribuito insieme ad altri donatori con attività di assistenza tecnica.  Abbiamo anche sostenuto il processo di decentralizzazione già previsto dalla recente costituzione tunisina e rafforzato le capacità di governance sia a livello centrale che locale con progetti realizzati dalle Nazioni Unite, dal CIHEAM, collaborando con l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), con autonomie locali italiane e tunisine  o direttamente finanziando l’amministrazione tunisina.

Le attività che abbiamo intrapreso in questi ultimi anni sono state anche caratterizzate dal forte legame con quanto realizzato dall’Unione europea in Tunisia e tale collaborazione è stata poi concretizzata attraverso un importante finanziamento che la UE ci ha affidato e che è complementare a quanto da noi già messo a punto per sostenere lo sviluppo del settore agricolo.

La sede AICS di Tunisi ha anche una competenza regionale ed in questi anni si è cercato di dare continuità ai progetti ancora in corso in Marocco e in Algeria e si sono avviate e sviluppate iniziative di cooperazione per far fronte alla crisi libica, realizzando interventi di emergenza e di stabilizzazione anche attraverso finanziamenti e programmi che la Cooperazione italiana ha gestito per conto dell’Unione Europea. Tutto questo si è potuto realizzare grazie all’intesa che abbiamo avuto con le Ambasciate a Tunisi, Tripoli, Algeri e Rabat e all’impegno di tutti coloro che hanno lavorato nei nostri uffici con grande competenza e dedizione, ma soprattutto con la consapevolezza che il nostro lavoro ha sempre una ragione in più per essere fatto e che tale ragione dà un senso particolare a ciò che facciamo.

Ho incominciato il mio lungo percorso professionale lavorando con una ONG in un campo profughi in Somalia nel 1981 e da questa iniziale esperienza ho sempre cercato di collaborare e di lavorare con particolare attenzione con le ONG e le organizzazione della società civile (OSC), consapevole che attraverso il loro lavoro si potesse rafforzare la società civile locale ed intervenire concretamente, sostenendo direttamente i processi di sviluppo delle comunità. Anche in quest’ultima esperienza presso la sede AICS di Tunisi penso di aver avuto come importanti e spesso indispensabili interlocutori le ONG/OSC che hanno risposto ai nostri bandi per realizzare numerosi interventi in Libia ma anche per favorire e sostenere lo sviluppo locale e di comunità in Tunisia e Marocco. Senza di loro sarebbe per noi stato impossibile intervenire in molte situazioni locali ed in modo così attento e capillare.

Andrea Senatori è stato nominato mio successore presso la sede di AICS in Tunisia. Con Andrea siamo colleghi ed amici da molto tempo ed abbiamo avuto molte occasioni di lavorare assieme; nei precedenti anni, quando ero a Beirut, per la crisi siriana e in ultimo proprio per la crisi libica. Sono sicuro che Andrea svilupperà e migliorerà quanto si è fatto fino ad oggi e valorizzerà ulteriormente le risorse umane e finanziarie che sono state messe a disposizione della sede. Andrea ha inoltre il vantaggio che potrà avvalersi di Annamaria Meligrana, una giovane collega che ha già una consolidata esperienza e che sicuramente gli sarà di grande aiuto. Assieme, sono sicuro, faranno una squadra molto forte. Non sarà tuttavia un compito facile. Sappiamo tutti quanto la pandemia COVID abbia ulteriormente aggravato le difficoltà sociali, economiche e di leadership che la Tunisia stava attraversando. La transizione avviata nel 2011 non si è ancora conclusa e non si è ancora consolidata una nuova capacità gestionale ed amministrativa, soprattutto non si sono completate quelle riforme strutturali che da molti osservatori sono auspicate.

Penso che lo sviluppo sia una sintesi tra la crescita economica e la buona governance e sono convinto che la Cooperazione italiana nei prossimi anni continuerà a non far mancare il proprio sostegno per contribuire allo sviluppo di questo bellissimo Paese e di tutta la regione.

 

Flavio Lovisolo

 

 

 

 

 

 

 

 

L’AICS a Tripoli per l’evento di lancio della Fase 2 del programma di cooperazione delegata Baladiyati, finanziato dall’Unione Europea

03/11/2021

Oggi, presso l’hotel El Andalous di Tripoli, si è tenuto l’evento di lancio della Fase 2 del programma di cooperazione delegata “Recovery, Stability and Socio-Economic Development in Libya – Baladiyati, eseguito dall’AICS in coordinamento con UNDP e UNICEF grazie ai fondi dell’Unione Europea (EU Trust Fund for Africa).

Su iniziativa del Ministero della Governance Locale (MoLG), l’evento ha costituito un’occasione di incontro tra il MoLG, l’Unione Europea, le tre agenzie esecutrici del programma e i sindaci delle quindici municipalità nel sud della Libia indentificate per gli interventi della Fase 2 di Baladiyati.

La giornata si è aperta coi saluti istituzionali del Vicepresidente del Consiglio Presidenziale, Al Koni, e del MoLG nella persona del Ministro, Badr Eldin Sadig Altoumi, del Ministro della Pianificazione, Faker Bogarna, dell’Ambasciatore dell’Unione Europea in Libia, José Antonio Sabadell, dell’Ambasciatore Italiano in Libia, Giuseppe Buccino, del Titolare della Sede AICS di Tunisi, Andrea Senatori, del Resident Representative per la Libia di UNDP, Marc-André Franche, dell’Acting Special Representative per la Libia di UNICEF, Mr.Khaldoun Shakkour e infine di un rappresentante dei sindaci delle quattordici municipalità.

Ai saluti istituzionali è seguita una sessione dedicata ad illustrare gli obiettivi generali del programma, i settori e le aree geografiche di intervento, condotta dai rappresentanti delle unità tecniche di AICS, UNDP e UNICEF.

Il programma Baladiyati ha preso avvio nell’ottobre 2018 grazie a un primo finanziamento di 50 milioni di euro di fondi comunitari (Baladiyati Fase 1), che hanno permesso all’AICS (agenzia assegnataria di 22 milioni di euro), UNDP (18 milioni di euro) e UNICEF (10 milioni di euro) di realizzare oltre 200 interventi prioritari nei settori dell’istruzione, della sanità e dell’igiene pubblica (WASH), operando in 27 municipalità libiche dislocate in tutto il Paese.

Con la Fase 2, cominciata ufficialmente lo scorso giugno, l’Unione Europea attribuisce alle stesse agenzie esecutrici un ulteriore contributo di 26.2 milioni di euro (AICS: 16 milioni, UNDP: 6.1 milioni, UNICEF: 4.1milioni), per sostenere 15 municipalità nel Sud della Libia, una regione caratterizzata da dinamiche socioeconomiche, istituzionali e securitarie particolarmente complesse.

Nella Fase 2 di Baladiyati, l’AICS interverrà nel rafforzamento dei servizi di base nei settori dell’istruzione e WASH in continuità con la Fase 1, nel settore agro-alimentare, a sostegno delle attività produttive delle famiglie più vulnerabili e delle produzioni locali e nel settore dell’energia rinnovabile.

 

Ulteriori risorse:

Cooperare per creare lavoro in Tunisia

©CEFA

di Martina Palazzo

Giovani, imprenditoria, marketing territoriale e partenariato italo-tunisino sono gli elementi fondanti del progetto Start-up Tunisie realizzato nel nord-ovest della Tunisia grazie al co-finanziamento dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS). A realizzare il progetto sul campo da inizio 2018 a giugno 2022 una rete di partner pubblici e privati, accademici e istituzionali, italiani e tunisini* capeggiati dal Comune di Fano e impegnati nel condividere know how e costruire relazioni di conoscenze tra imprese agricole biologiche marchigiane e imprese tunisine.

Con l’obiettivo di rafforzare il sistema delle piccole e medie imprese (PMI) gestite da donne e giovani, il progetto ha contribuito a promuovere nuove opportunità di lavoro tra quanti, per le condizioni storico-contestuali, nutrivano poche aspettative su potenziali entrate salariali. In Tunisia, infatti, sebbene l’economia abbia attraversato un significativo processo di ammodernamento, di diversificazione della produzione domestica e di aumento di esportazioni e di investimenti esteri dall’indipendenza ad oggi, la popolazione si ritrova ad affrontare un rinnovato periodo di insicurezza socio-economica che gli effetti di una pandemia globale, aggiunti all’instabilità politica e alle più recenti minacce alla sicurezza alimentare, hanno amplificato. Le ultime proiezioni di crescita per il 2022 si attestano al 2,6% secondo la Banca Centrale della Tunisia e il tasso di disoccupazione è arrivato a toccare il 16,1% nel primo trimestre del 2022, con tassi ancora più elevati per le donne (20,9%) e i giovani tra i 15 e i 24 anni (38,5%) secondo l’Istituto Nazionale della Statistica (INS).

In questo contesto delicato, le PMI potrebbero avere un ruolo centrale per il rilancio dell’economia tunisina in virtù della loro essenza di pilastro per il tessuto economico, contribuendo fino al 40% del PIL nazionale e offrendo lavoro a più della metà della popolazione. Dati INS alla mano, basta poco per capire che scommettere sulle PMI significa dare nuovi stimoli al clima degli affari e nuovi incentivi all’inclusione socio-economica di categorie della popolazione a più alto rischio di marginalizzazione.

Start-up Tunisie è intervenuta proprio in una delle regioni più povere e svantaggiate della Tunisia, ma a forte potenziale di sviluppo economico, con un focus sui settori dell’agricoltura, dell’allevamento, della trasformazione agro-alimentare e dei servizi eco-turistici. Sono state create 16 nuove imprese a impatto sociale e ambientale e rafforzate 14 già esistenti attraverso percorsi di coaching e formazione pianificati secondo i reali bisogni in marketing e commercializzazione e il sostegno alla partecipazione a manifestazioni fieristiche sul territorio nazionale. Al termine delle attività, sono stati creati 114 nuovi posti di lavoro a beneficio di risorse umane ben radicate nel territorio e conoscitrici della sua ricchezza. Il progetto ha consentito di impiegare una forza lavoro giovane, preparata e competente, con prospettive carrieristiche a più lungo raggio. È stata centrale la componente di autoctonia nel fare impresa per valorizzare al meglio il territorio, senza però rinunciare all’innovazione, all’internazionalizzazione e a nuovi modelli di business che il partenariato territoriale italo-tunisino ha contribuito ad integrare nelle strutture aziendali.

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* ALI Autonomie Locali Italiane, CEFA, Università di Urbino, Consorzio Marche Biologiche, Fondazione Agraria Cante di Montevecchio,  ODESYPANO – Ente dello Sviluppo Agro-Silvo-Pastorale del Nord-Ovest, ISPT – Istituto di ricerca e insegnamento superiore silvo-pastorale di Tabarka, CRDA – Commissariato Regionale dello Sviluppo Agricolo, Delegazione di Tabarka , Delegazione di Ain Draham, Delegazione di Fernana, Associazione Sidi Bou Zitouna.

 

4  Storie di successo

Tunisia, la voce delle donne contro le discriminazioni

Il cambiamento climatico ha un impatto molto serio in Tunisia che si manifesta con periodi sempre più prolungati di siccità, un intensificarsi della desertificazione, erosione delle coste ed eventi meteorologici estremi come le recenti alluvioni che hanno colpito il Nord-Ovest del Paese. Tali fenomeni hanno effetti particolarmente gravi sulle donne, soprattutto in ambito rurale. Il cambiamento climatico, infatti, contribuisce ad un peggioramento generalizzato della condizione socio-economica femminile, di fatto accrescendo il rischio di esposizione alla violenza di genere.

AICS è da sempre al fianco delle donne Tunisine e promuove una visione inclusiva delle questioni di genere in tutti i suoi interventi.  In particolare, il progetto PRESTO, Promuovere la Resilienza al Cambiamento Climatico e la Gestione Sostenibile delle Risorse Naturali in Tunisia, fornisce un appoggio tecnico e finanziario alle associazioni della società civile tunisina attive nell’ambito del cambiamento climatico e del rispetto dell’ambiente in quattro governatorati: Bizerte, Nabeul, Jendouba e Mahdia. Il progetto può contare su un finanziamento di 2,8 milioni di euro da parte della cooperazione italiana e vede come capofila l’OSC CEFA, in partenariato con l’OSC ICU ed altre organizzazioni locali.

Tra gli attivisti coinvolti nel progetto PRESTO troviamo l’associazione Voix Des Femmes di Nabeul. Fondata nel 2011, l’associazione conta oggi circa quaranta iscritte di cui 12 membri attive e promuove azioni di sostegno all’inclusione sociale ed economica, come mezzo di emancipazione delle donne in condizione di maggiore vulnerabilità e a rischio di violenza.

La presidente dell’associazione, Mme Mariem Garaali Hadoussa, ribadisce l’importanza del progetto PRESTO per l’associazione: “sul territorio, constatiamo già gli effetti negativi del cambiamento climatico per le donne. Diventa quindi sempre più urgente sensibilizzare il genere femminile sui rischi che si corrono continuando a ignorare questa tematica e le sue ripercussioni sulla salute e sul tenore di vita”.

La ricerca di finanziamenti per la lotta alla violenza di genere diventa sempre più complicata. Molti uomini in Tunisia, pensano che le donne abbiano già molti diritti, anche troppi. Ma la nostra associazione persiste e continuerà ad ispirare fiducia e forza nelle donne per aiutarle a uscire da situazioni di precarietà. È questo l’aspetto principale del nostro lavoro” aggiunge Mme Garaali.

 

Published by: Barbara Taccone

Sei Clusters selezionati nell’ambito del progetto dedicato all’artigianato e al design

Sei Cluster specializzati nell’artigianato e nel design, con sede a Monastir, el Kef, Gabes, Kasserine e Kairouan, sono stati selezionati nell’ambito di un progetto di assistenza tecnica volto a migliorare la competitività delle imprese creative nel mercato locale tunisino e straniero.

Si tratta dell’iniziativa “Rafforzamento delle catene del valore dell’artigianato e del design in Tunisia” finanziata dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) per 500mila euro e realizzata dall’Agenzia delle Nazioni Unite UNIDO.

 

Andrea Senatori è il nuovo titolare della sede regionale AICS Tunisi

Cari amici e care amiche,

prendo oggi servizio in qualità di titolare della sede regionale dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) a Tunisi. Un incarico che mi onora e che mi riporta sul terreno dopo un intervallo di quattro anni trascorsi come coordinatore dell’ufficio “Emergenza e Stati Fragili” della sede centrale a Roma.

A passarmi il testimone è l’amico e collega Flavio Lovisolo, uno dei volti storici della Cooperazione Italiana, con il quale ho avuto il privilegio di lavorare fianco a fianco e al quale rinnovo la mia stima più sincera.

Sono inoltre lieto di annunciare che, assieme a me, prenderà servizio con funzioni di vice titolare della sede Annamaria Meligrana, con cui ho condiviso l’esperienza presso l’ufficio AICS di Roma dell’aiuto umanitario e fragilità. Annamaria, arabista di origine, è una stimata professionista di cooperazione internazionale con quasi 20 anni di esperienza della regione del Nord Africa e Medio Oriente, che ha maturato nella convinzione che non possa esserci uno sviluppo sostenibile senza pace.

Da oggi e durante i prossimi anni del mio mandato, mi propongo di dare continuità al lavoro finora svolto in questa sede, seguendo princìpi d’azione solidaristici e umanitari che sono alla base di un mondo più equo, in cui ciascuno/a possa avere l’opportunità di sviluppare il proprio potenziale, accedere a risorse comuni e servizi di base, vedere i propri diritti rispettati. So di potermi avvalere di uno staff appassionato, che possiede competenze e conoscenze contestuali derivanti da una consolidata presenza sul territorio. Insieme continueremo a rispondere ai bisogni delle comunità locali con azioni concrete e mirate a migliorarne le condizioni di vita e a rafforzarne le opportunità di crescita. Faremo passi in avanti per rispondere alle sfide globali dell’Agenda 2030, allineandoci agli sforzi di altri attori internazionali in tema di mobilità umana, di sicurezza alimentare, protezione, salute e educazione come beni essenziali, di transizione ecologica e del rafforzamento della democrazia e della pace.

I tempi che viviamo e le nuove sfide che dobbiamo affrontare richiedono sempre più efficienza al nostro lavoro, ma anche dialogo, inclusione e collaborazione nel modus operandi. La pandemia di COVID-19 ci ha colto impreparati, quasi smarriti tra cifre che di giorno in giorno raffiguravano un panorama sempre più drammatico. Eppure abbiamo reagito, riaggiustato i nostri piani d’azione, ricomposta la scala delle priorità. Abbiamo compreso quanto i Paesi siano strettamente interconnessi tra di loro, i confini sociali allargati oltre le frontiere geografiche e i popoli responsabili, qui ed ora, del futuro delle prossime generazioni.

Sarà mia premura rafforzare il dialogo con la società civile, con il mondo del profit e universitario, con partner istituzionali e internazionali, conscio che dialogare in maniera strutturata significhi mettersi in gioco, analizzare da una pluralità di prospettive e cogliere più rapidamente i segnali di crisi per agire con efficacia e tempestività.

Spero che continuerete sempre a seguirci e a sostenerci con il vostro interesse

Andrea Senatori

L’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) consegna 19 scuole riabilitate a quattro municipalità libiche, grazie al programma di cooperazione delegata “Baladiyati” (Fase 1)

 

Grazie al lavoro dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo – AICS, oggi 19 scuole in Libia offrono un ambiente più confortevole a oltre 9.500 giovanissimi studenti e studentesse di quattro municipalità nella regione nord-occidentale del Paese: Misurata, Bani Walid, Al Maya e Surman.

Ad accomunare queste municipalità vi era, infatti, una condizione di generalizzata precarietà delle infrastrutture dedicate alla formazione primaria: le 19 scuole oggetto degli interventi dell’AICS erano danneggiate e in gran parte fatiscenti, con sistemi elettrici, idrici e igienici carenti, risultato della crisi protratta che ha attraversato il paese e delle risorse esigue in capo alle amministrazioni pubbliche locali.

Con fondi dell’Unione Europea tramite il Fondo Fiduciario di Emergenza per l’Africa (EU Africa Trust Fund), l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo – AICS ha lavorato al fianco delle Organizzazioni Non Governative International Rescue Committee (IRC) e WeWorld/GVC per realizzare una serie di interventi prioritari e urgenti, tra cui: la sostituzione di porte e finestre, la riabilitazione e ammodernamento dei bagni e la manutenzione e messa a punto dei sistemi elettrico e idrico, così da garantire le necessarie condizioni di sicurezza e igiene per bambini e bambine, insegnanti e per il personale delle scuole.

Il Titolare della Sede regionale dell’AICS, Andrea Senatori, ha commentato così questo importante traguardo: “I danni strutturali delle scuole in Libia rappresentano un deterrente alla partecipazione scolastica. Siamo grati all’Unione Europea per il generoso finanziamento che ci ha permesso di contribuire a un ambiente più sano e dignitoso per oltre 9.500 bambini e bambine. Un risultato importante conseguito insieme alle autorità locali e centrali e alle nostre ONG partner”.


Link utili:

Comunicato stampa in italiano
Comunicato stampa in inglese
Comunicato stampa in arabo

 

Photocredit: AICS, @EUbaladiyati

 

Background:

Il programma “Recovery, Stability and Socio-economic Development in Libya – Baladiyati” prevede lo stanziamento di 50 milioni di euro del Fondo Fiduciario dell’Unione Europa (EU Trust Fund) per l’esecuzione di oltre 200 interventi mirati a rafforzare i servizi di base nei settori sanitario, educativo e idrico-igienico (WASH) in 27 municipalità libiche dislocate lungo le principali rotte migratorie. In questo quadro, l’Agenzia Italiana di Cooperazione allo Sviluppo – AICS gestisce 22 milioni di euro e svolge il ruolo di capofila nel coordinamento del programma, che viene realizzato al fianco delle agenzie delle Nazioni Unite UNDP (18 milioni) e UNICEF (10 milioni).

Building Capacity: Corso internazionale avanzato applicativo su GIAHS

Il progetto finanziato da Aics intende promuovere la consapevolezza sul sistema paesistico agricolo e sui paesaggi tradizionali, attraverso corsi e attività di ricerca specialmente nei paesi prioritari della cooperazione italiana.

L’iniziativa “Building Capacity: corso internazionale avanzato applicativo su GIAHS (Globally Important Agricultural Heritage Systems) per la valutazione e la resilienza in tre diversi contesti socio-ambientali e bio-culturali: Africa, Asia e America Latina” sostiene il programma FAO GIAHS, volto alla promozione dei sistemi agricoli tradizionali, intesi come patrimoni intangibili che coniugano la conservazione della biodiversità, il rispetto delle strutture sociali tradizionali, il supporto allo sviluppo economico incentrato sulle comunità agricole locali. Analogamente a quanto realizzato dall’UNESCO in termini di patrimonio culturale, FAO GIAHS prevede la creazione di siti specifici per la conservazione attiva dei sistemi agricoli tradizionali (http://www.fao.org/giahs/en/).

L’iniziativa ha come ente esecutore il Dipartimento dei Sistemi Agricoli Alimentari e Forestali dell’Università degli Studi di Firenze e ha l’obbiettivo principale di diffondere la difesa dei sistemi agricoli tradizionali, attraverso la creazione di un polo accademico volto alla formazione di manager di siti FAO GIAHS e alla diffusione della tematica a livello globale.

In questo contesto è particolarmente necessario creare professionalità capaci a identificare e gestire i siti GIHAS. Questi tecnici devono possedere la capacità per preservare in modo dinamico le conoscenze tradizionali in campo agricolo, i valori delle culture locali, la diversità bioculturale e le caratteristiche del paesaggio

Per questo motivo l’AICS promuove la partecipazione al corso di master per studenti provenienti dai paesi dove l’AICS è attiva attraverso l’implementazione di progetti con 10 borse di studio.

Per la candidatura segui il link  https://www.agriculturalheritage.com/applications2022_2023/

Scadenza il 16 ottobre del 2022 e la graduatoria finale sarà pubblicata entro il 31 ottobre 2022.

Gli studenti selezionati inizieranno a frequentare il corso di master da febbraio 2023.

Festival Handifilm di Rabat: podio per un cortometraggio realizzato nell’ambito di “Scuola Aperta”, il progetto per l’inclusione di OVCI sostenuto da AICS

Tre giorni di cinema per l’inclusione tra divertimento e riflessione: si è chiusa il 5 dicembre la 16ª edizione del Festival Handifilm, tenutasi a Rabat con il patrocinio di Sua Maestà il Re Mohamed VI.

L’evento, inaugurato da numerose autorità locali e internazionali, ha visto la partecipazione dell’Ambasciatore d’Italia in Marocco, Armando Barucco, la Vicesindaca e Assessore alla Cultura e al Sociale del Comune di Torre Pellice (To), Maurizia Allisio e la rappresentante della Fondazione Drosos, Hanane Fzain.

Con due competizioni parallele – un concorso ufficiale e uno speciale “junior” – sono stati 25 i film provenienti da 9 paesi a competere.  Due i cortometraggi realizzati nell’ambito del progetto “Scuola Aperta”, supportato da AICS, ad essere premiati: “Le pinceau de l’espoir“, girato dagli studenti del Liceo Abdelmoumen Mouahidi, ha vinto il Gran Premio del Festival e il premio per il miglior messaggio di sensibilizzazione sulla disabilità, mentre “Tounarouz“, realizzato dai giovani del Liceo Sidi Lhaj Lahbib ha ricevuto la “Menzione speciale”.

«Questo premio rappresenta una vittoria non solo per i ragazzi coinvolti, ma anche per tutti noi – spiega Gessica Ferrero, referente programmi per AICS in Marocco – “Scuola Aperta” è un progetto implementato dall’ONG italiana OVCI La Nostra famiglia con il supporto di AICS che coinvolge 25 scuole, 250 docenti e 500 studenti in 5 Regioni del Marocco. L’iniziativa è dedicata all’inserimento degli alunni con disabilità nelle scuole ordinarie: attraverso formazioni per docenti e personale scolastico ausiliario si mira a rafforzare le competenze riguardanti le corrette modalità di insegnamento e supporto alla disabilità, creando ambienti dedicati, come le “classi risorsa”, e adeguando le classi ordinarie alle esigenze di tutti gli studenti».

Ospite d’onore del Festival è stato il CIP (Cinema, Inclusione e Partecipazione) di Torre Pellice: associazione italiana che tramite il cinema promuove l’inclusione sociale di persone con disabilità o in difficoltà per ragioni economiche, sociali o migratorie. Miriam Leonforte, vicepresidente dell’organizzazione, è stata inoltre insignita del primo “Premio Kaiss”, un riconoscimento per l’eccellenza nell’ambito giovani e inclusione, dedicato alla memoria del figlio della presidente dell’associazione Handifilm, Sanâa Skalante.

Oltre ai cortometraggi, sono state numerose le attività parallele volte a promuovere e rafforzare l’inclusione: workshops sulle tecniche di produzione di film documentari, tavole rotonde, master class, omaggi e un’escursione inclusiva nella regione di Shoul con la partecipazione dei giovani utenti dell’Association Marocaine de Soutien et d’Aide aux Personnes Trisomiques (AMSAT – Associazione marocchina di sostegno e aiuto per le persone con sindrome di Down) e dei servizi sociali diurni del Comune di Torre Pellice.

Tra arte, sport e creatività, l’edizione 2023 del Festival si è conclusa al motto di «Facciamo leva sul cinema per un Toubkal resiliente, inclusivo e partecipativo»: il Jbel Toubkal, è la montagna più alta di tutto il Nord Africa, non lontana dall’epicentro del tragico terremoto che ha scosso il Marocco lo scorso settembre, ed è proprio a favore di questi luoghi che l’Associazione CIP ha firmato una convenzione di partenariato con l’associazione Handifilm, con l’obiettivo di contribuire alla ricostruzione e sostenere l’escursionismo, il cinema inclusivo e il turismo di montagna.

Il Festival Handifilm, evento unico nel suo genere, mira a farci comprendere che la disabilità è una condizione temporanea che si manifesta quando una persona si trova nell’incapacità di svolgere specifiche attività, e che può essere superata mediante l’accesso e l’utilizzo di risorse e strumenti adeguati; ed è proprio a favore del potenziamento di tali strumenti e risorse che AICS si impegna a contribuire al progetto “Scuola Aperta” e ai molti altri programmi che mirano ad eliminare ogni barriera, architettonica e non, sostenendo l’inclusione e una partecipazione collettiva.

Guarda Le pinceau de l’espoir, il corto vincitore del Gran Premio del Festival Handifilm e premio per il miglior messaggio di sensibilizzazione sulla disabilità, e Tounarouz, menzione speciale.

Published by: Barbara Taccone

27 pazienti libici riceveranno cure specialistiche grazie al progetto “Accoglienza e sorrisi in Libia”

Nell’ambito del progetto “Accoglienza e Sorrisi in Libia” un team di 7 medici e infermieri volontari di Emergenza Sorrisi raggiungerà per la prima volta Tunisi per curare giovani pazienti libici affetti da malformazioni del volto.

Il progetto è finanziato dalla Cooperazione Italiana nell’ambito degli interventi di emergenza a sostegno della popolazione libica, di migranti e rifugiati. La missione chirurgica si svolgerà a Tunisi dal 18 al 23 febbraio.

I 27 giovani pazienti libici saranno accompagnati da un’equipe medica libica che seguirà il percorso formativo on the job organizzato da Emergenza Sorrisi e dall’equipe medica tunisina della clinica dove si svolgeranno gli interventi.

Quando si tratta di curare una persona che soffre le differenze culturali si annullano. Nella sala operatoria esiste un unico linguaggio universale che permette di restituire speranza ai piccoli pazienti che curiamo: quello della chirurgia. Nella nostra mission non mancano mai i momenti dedicati alla formazione del personale medico locale perché è solo trasferendo esperienze e know-how specialistico che si può fare la differenza” – spiega Fabio Abenavoli, presidente di Emergenza Sorrisi.