“Occorre un cambiamento culturale rispetto alla percezione dell’economia solidale”
è il messaggio che esce forte e chiaro dall’evento di lancio del progetto “Restart - Riqualificazione Ecologica e Sociale dei Territori Attraverso il Rilancio dell’imprenditoria giovanile in Tunisia” che si è tenuto lo scorso venerdì 21 febbraio a Tunisi.
L’incontro, ospitato dal CITET (Centre International des Technologies de l'Environnement de Tunis), è stato l’occasione per una riflessione congiunta sulle sfide dell’Economia Sociale e Solidale (ESS) nel paese, prima fra tutti la necessità di dimostrare nel concreto le sue potenzialità come alternativa economica reale e come fattore di vero sviluppo territoriale grazie all’integrazione delle dimensioni di sostenibilità sociale, ambientale ed economica. Un processo che deve coinvolgere le comunità, i produttori, i consumatori, gli operatori finanziari, i consulenti d’impresa pubblici e privati, le istituzioni e le autorità locali.
Proprio a questi obiettivi intende rispondere il progetto Restart e di questo si è discusso durante i due panel intorno a cui si è articolata la giornata dopo i saluti di Faouzi Hammoudi del CITET, Najet Galaoui di ANETI (Agence nationale pour l’emploi et le travail indépendant) e Vittoria Longato, AICS Tunisi: “Economia Sociale e Solidale e imprenditoria giovanile” e “Riqualificazione, valorizzazione territoriale e innovazione”.
L’ESS in Tunisia, in realtà, attraversa una congiuntura storica favorevole:
è stata infatti depositata in parlamento la proposta di legge quadro che regolerà il settore e si stanno attivando delle linee di credito dedicate, come il Programma di sostegno al settore privato e all’inclusione finanziaria in Tunisia nei settori dell’agricoltura e dell’economia sociale e solidale (PRASOC) cofinanziato da AICS e Cassa Depositi e Prestiti.
“Adesso è importante che ci sia un coinvolgimento diretto dal basso di tutti gli attori”, come ha ricordato Nacyb Allouchi dell’Associazione Rayhana e che “le istituzioni finanziarie sviluppino prodotti e servizi adatti per rispondere alle esigenze di promozione dell’ESS dato che l’attuale progetto di legge non prevede strumenti di finanziamento” come chiarito da Naouel Jabbes di NEXUS.
Nonostante tutto infatti, l’ESS resta in gran parte nell’informalità, in assenza di strumenti normativi specifici e di meccanismi concreti che permettano la sua emersione e formalizzazione. Un passaggio fondamentale che significherebbe un cambiamento del tessuto economico sociale in toto: “Sviluppare l’ESS in Tunisia – ha detto Alessia Tibollo di COSPE - vuol dire trovare risposte a quelle fratture che sono all’origine della stessa rivoluzione: il divario centro-periferia, l’alienazione e disoccupazione giovanile, la lotta al sistema patriarcale e l’emancipazione delle donne. L’ESS non è solo fare economia ma significa far crescere i nostri territori in modo sano, inclusivo e sostenibile, creando delle alleanze su scala locale e internazionale. Per questo COSPE dal 2013 lavora in Tunisia per accompagnare la costruzione di poli territoriali e filiere locali corte e di qualità”.
D’accordo anche Debora Giorgi di DIDA, Dipartimento di architettura dell’Università di Firenze: “Bisogna promuovere un approccio collaborativo ed eco sistemico, coinvolgendo attori economici, associazioni, statali, amministrativi. Solo attraverso la concertazione possiamo arrivare all’obiettivo” e Dorra Jamai di CEFA che ha ribadito che “per parlare di sostenibilità bisogna partire dai territori e dare valore agli attori locali”.
Il sostegno alla Tunisia per favorire un processo di inclusione finanziaria dei giovani e creazione di nuove opportunità lavorative è una delle priorità dell’azione della Cooperazione italiana. L’Economia Sociale e Solidale può rappresentare in questo senso un settore innovativo, in grado di coniugare la valorizzazione del territorio e dei prodotti locali con la necessità di creare nuovi posti di lavoro. L’iniziativa RESTART è in perfetta sinergia con altre iniziative della Cooperazione italiana, come il nuovo programma PRASOC che include peraltro due linee di credito di cui una dedicata all’ESS.
ha dichiarato la rappresentante AICS a margine dell’inaugurazione.
Dal prossimo 3 marzo partiranno gli eventi di lancio nei governatorati coinvolti (Gabes, Jendouba, Mahdia, Sidi Bouzid e Sousse) e saranno anche l’occasione per presentare il primo bando per la raccolta di idee di impresa innovative all’insegna delle parole d’ordine uscite dal primo convegno: sostenibilità sociale e ambientale, cambiamento culturale, costruzione di meccanismi di fiducia, inclusione finanziaria, importanza delle reti territoriali, nazionali e internazionali, necessità di fare rete.
Il progetto:
Il progetto “Restart - Riqualificazione Ecologica e Sociale dei Territori Attraverso il Rilancio dell’imprenditoria giovanile in Tunisia” ha una durata di 36 mesi ed è cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.
RESTART promuove lo sviluppo economico sostenibile in Tunisia e il sostegno alla micro-imprenditoria e favorisce l’empowerment socio-economico dei giovani attraverso la creazione di almeno 50 imprese sociali ecosostenibili giovanili vocate alla valorizzazione e riqualificazione territoriale di 5 regioni della Tunisia.
Il progetto sostiene lo sviluppo di competenze giovanili per la creazione d’imprese sociali ed ecologiche, lo sviluppo di un eco-sistema di servizi adeguati per l’accompagnamento e il finanziamento dell’imprenditoria giovanile e le sinergie tra imprese sociali, istituzioni ed enti locali.
RESTART parte dalla volontà di COSPE, CEFA e NEXUS tre ONG italiane in Tunisia, di mettere a sistema le loro consolidate esperienze sul sostegno all’impresa sociale e all’economia sociale e solidale capitalizzando la rete di relazioni locali e le capacità d’intervento capillare e diffuso in regioni strategiche del nord, centro e sud del Paese. I partner locali sono : CitESS Sidi Bouzid e CitESS Mahdia, l’Associazione Rayhana di Jendouba, Gabes Action e l’ISBAS/Espace 4C. Un insieme di partner tecnici italo-tunisini offriranno un apporto mirato su ideazione, creazione e gestione d’impresa (ANETI), innovazione tecnologica, impatto ambientale e supporto allo sviluppo di partenariati pubblico-privati – PPP (CITET), monitoraggio dell’impatto delle imprese, finanza solidale, assistenza tecnica per operatori finanziari e non finanziari (Associazione Microfinanza e Sviluppo) e sviluppo di servizi e prodotti per la riqualificazione territoriale (DIDA).