Il 20 novembre si festeggia la Giornata mondiale dell’infanzia, una data unica per commemorare ogni anno i diritti dei bambini e degli adolescenti. Nonostante le limitazioni attualmente imposte dalla pandemia Covid-19, la Tunisia ha voluto mostrare quanto il futuro dell’infanzia sia importante per il Paese, celebrando questo momento con un appuntamento di rilievo, a cui l’Italia ha voluto essere presente. All’evento hanno infatti partecipato il Primo Ministro, Hichem Mechichi, Marilena Viviani, rappresentante dell’UNICEF, e l’ambasciatore Lorenzo Fanara.
La conferenza, organizzata dal Ministero della Donna, della Famiglia e dei Senior in partenariato con l’UNICEF, ha permesso di presentare i risultati di uno studio nazionale sulle conoscenze, gli atteggiamenti e le pratiche dei genitori circa lo sviluppo fisico-cognitivo dei loro figli tra 0 e 8 anni. Si tratta del periodo più critico per la crescita di un bambino perché proprio nei primi anni di vita il suo cervello sviluppa connessioni cerebrali a gran velocità. In questa fase, il ruolo dei genitori è determinante per “le loro [dei bambini] possibilità di sopravvivenza e di sviluppo ottimale per tutta la vita. Un cervello in sviluppo ha bisogno di più elementi: buona salute, cure scrupolose, protezione e stimoli”, ha commentato Marilena Viviani.
Concetti importanti, attuali e ancora più validi in un Paese in cui il 18% dei bambini rischia di non raggiungere il pieno sviluppo del suo potenziale, solo il 13% è allattato esclusivamente al seno fino ai 6 mesi e quasi 9 bambini su 10 nella fascia 0-14 anni hanno subito una forma di punizione fisica o psicologica*.
Lo studio s’inserisce in un programma più vasto sull’educazione di qualità che l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo cofinanzia per un importo di 4,6 milioni di euro insieme all’Unione europea. I risultati dello studio hanno contribuito al lancio di un nuovo programma nazionale per la genitorialità positiva, ovvero un approccio educativo in cui il bambino si sente rispettato e protetto nella sua unicità.
“Noi riteniamo che il futuro della Tunisia stia nella costruzione di un’infanzia equilibrata”, sono le parole pronunciate dal Capo di Governo tunisino durante il suo discorso d’apertura alla conferenza. Ha proseguito rinnovando il “sostegno a tutti i genitori all’ombra dei postumi psicologici, economici e sociali della pandemia di Covid 19”, e invitandoli ad essere più positivi nei loro rapporti con i figli. Il suo intervento si è concluso con l’annuncio della creazione di un Consiglio superiore per lo sviluppo dell’infanzia, un ente consultivo che garantirà il coordinamento ad alto livello tra i diversi attori che lavorano per l’infanzia.
Il 20 novembre scorso ha così marcato un passo decisivo per l’impegno politico in materia di prima infanzia in Tunisia, a cui la Cooperazione italiana dà un contributo concreto già da diversi anni con programmi che stanno assicurando a quasi 17 mila bambini e bambine di poter consumare un pasto caldo a scuola ogni giorno, di avere accesso a servizi igienici, di poter frequentare la scuola materna in sicurezza e secondo le loro esigenze di gioco, di crescita e di apprendimento. Questo impegno è basato non solo sulla volontà di contribuire al raggiungimento dei diritti di una fascia vulnerabile della popolazione, come quella dell’infanzia, ma anche sulla convinzione che vulnerabile non significhi senza potenziale: sostenere lo sviluppo delle bambine e dei bambini di oggi significa infatti scommettere sulla Tunisia di domani.
*dati estratti dal discorso di Marilena Viviani, Rappresentante dell’UNICEF Tunisia