Firmato il nuovo accordo tra AICS e OPBG per la cura di pazienti pediatrici libici

Roma, 7 aprile 2022Firmato oggi l’accordo fra l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù (OPBG) per la cura in Italia di pazienti pediatrici affetti da patologie gravi.

L’ accordo, del valore di 2,425 milioni di euro, rientra nell’ambito del progetto della Cooperazione Italiana ”Intervento di emergenza a favore di bambini libici affetti da gravi patologie”, approvato dalla Vice Ministra degli Maeci, Marina Sereni.

La firma dell’accordo consentirà a 25 pazienti pediatrici non curabili in Libia di essere assistiti dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. I giovani malati, che saranno accompagnati in Italia da un genitore o tutore legale, riceveranno presso l’OPBG cure sanitarie, assistenza sociale e psicologica e potranno seguire percorsi scolastici adeguati ai loro bisogni. La presenza di mediatori culturali di lingua araba faciliterà una corretta comunicazione fra i giovani pazienti, i loro familiari ed il personale della struttura sanitaria.

“L’Accordo firmato oggi conferma l’efficacia di una partnership frutto della sinergia fra l’impegno umanitario e un’eccellenza sanitaria italiana come quella dell’Ospedale Bambino Gesù”- ha dichiarato Luca Maestripieri, direttore di Aics. “L’Ospedale Bambino Gesù si farà carico anche dei controlli clinici, come ad esempio i Day Hospital e parteciperà alle spese con il suo contributo organizzativo, logistico, di mediazione culturale e di supporto agli accompagnatori dei pazienti in cura. A ciò si aggiunge il contributo della Sede AICS di Tunisi, del MAECI e dell’Ambasciata di Tripoli che collaborano attivamente al progetto. Sono tutti presupposti che mi rendono particolarmente fiducioso che questo nuovo Accordo riuscirà a raggiungere i risultati auspicati e, ciò che più conta, potrà dare una nuova vita a 25 giovani pazienti libici”.

Desidero ringraziare l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo e la Vice Ministra degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, Marina Sereni, per questa nuova iniziativa che ci permette di accogliere altri 25 bambini libici con gravi patologie insieme alle loro famiglie”- ha dichiarato Mariella EnocPresidente Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. “Mentre a livello internazionale conflitti insensati e cruenti, disastri climatici e aumento delle povertà segnano con i propri effetti proprio i più piccoli e indifesi, avvertiamo con rinnovata urgenza la responsabilità di offrire disponibilità ai “figli del mondo” che hanno bisogno della nostra capacità di cura e di accoglienza”.

I pazienti verranno identificati tramite l’Ambasciata d’Italia a Tripoli e in stretto coordinamento con gli Ospedali Pediatrici locali di riferimento (Tripoli, Benghasi, Sebha e Kufra). Verranno presi in carico i pazienti affetti da patologie gravi per cui si richiedono cure salvavita di estrema urgenza in settori di eccellenza dell’OPBG, le cui cartelle cliniche verranno condivise con il personale dell’OPBG. L’Ambasciata stessa fornirà anche un punto di contatto presso l’Ospedale locale di riferimento del paziente stesso, con cui l’OPBG potrà interloquire per la presa in carico e le cure del paziente nonché per le cure sanitarie necessarie in seguito al rientro in Libia.

L’iniziativa è il risultato di una partnership avviata nel 2019, per volontà del MAECI con la firma di un accordo fra AICS e OPBG che ha consentito, ad oggi, di offrire cure a 12 giovani libici con patologie onco-ematologiche presso lo stesso Ospedale.

Evento di lancio della “GUIDA AGLI INVESTIMENTI PER I TUNISINI RESIDENTI ALL’ESTERO”

[COMMUNIQUÉ DE PRESSE]

Tunisi, 6 ottobre 2022

Il 15 ottobre 2022, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) in Tunisia e in Italia, in collaborazione con il Comune di Milano, organizza l’evento ufficiale di lancio della Guida agli investimenti per i tunisini residenti all’estero, realizzata nel quadro del progetto Mobi-TRE. “La migrazione come risorsa: la mobilitazione della diaspora tunisina e la stabilizzazione delle comunità svantaggiate in Tunisia”. Implementato dall’OIM e finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), questo progetto mira a contribuire allo sviluppo economico delle regioni nord-occidentali e sud-orientali della Tunisia ad alto potenziale migratorio, attraverso la mobilitazione e l’impegno della diaspora tunisina, in particolare di quella stabilitasi in Italia. L’evento, che sarà trasmesso in diretta anche sulla pagina ufficiale di Hajti Bik e sui canali ufficiali dell’OIM Tunisia, riunirà i rappresentanti dei partner governativi, dei donatori, della comunità internazionale e della diaspora tunisina in Italia.

Sulla base delle lezioni apprese grazie al progetto Mobi-TRE, la redazione della guida è stata curata dall’OIM insieme ai membri del Comitato Tecnico Consultivo: l’Agenzia Nazionale per l’Occupazione e il Lavoro Indipendente (ANETI), l’Agenzia per la Promozione dell’Industria e dell’Innovazione (APII), l’Agenzia per la Promozione degli Investimenti Agricoli (APIA), il Centro di Promozione delle Esportazioni – Tunisia Export (CEPEX), il Ministero dell’Economia e della Pianificazione (MEP), l’Ufficio dei Tunisini all’Estero (OTE) e l’Ufficio Nazionale dell’Artigianato Tunisino (ONAT).

La Tunisia può contare su un’importante diaspora. Stando alle cifre dell’ultimo censimento i Tunisini Residenti all’Estero (TRE) rappresentano quasi il 14,7% della popolazione totale, ossia 1.731.619 cittadini all’estero (OTE, 2021). Il potenziale economico e socio-culturale della diaspora svolge un ruolo essenziale nello sviluppo dei Paesi d’origine, in particolare attraverso il trasferimento di capitale sociale, umano, culturale e finanziario. Le loro rimesse contribuiscono, tra l’altro, a combattere la povertà e a ridurre le disuguaglianze nelle comunità (OSM 10.c). Nel 2021, le rimesse dei TRE hanno raggiunto 8.618 M DT, pari al 6,6% del PIL (BCT, 2022). Per la Tunisia, questi flussi rappresentano la seconda fonte di valuta estera dopo i proventi delle esportazioni, contribuendo in modo significativo allo sviluppo socio-economico del Paese.

La promozione degli investimenti rientra tra le priorità del Governo tunisino e dei suoi partner internazionali. Tuttavia, gli investitori e i promotori tunisini, specie i membri della diaspora, esprimono il desiderio di avere un accesso più rapido e semplice a informazioni più comprensibili in merito alle procedure amministrative, ai servizi di orientamento e di informazione da parte delle strutture pubbliche e ai servizi ai cittadini. A tal fine, la Guida agli investimenti per i tunisini residenti all’estero, disponibile in due lingue (francese e arabo), è un testo di riferimento per gli investitori e i promotori di progetti imprenditoriali con informazioni essenziali su come investire in Tunisia.

Per ulteriori formazioni contattare :
Sig. Boubaker BOURICHA : bbouricha@iom.int oppure +216 29 686 462
Sig.ra. Martina PALAZZO : martina.palazzo@aics.gov.it ; comunicazione.tunisi@aics.gov.it oppure +216 71 893 144

 

>>Clicca qui per scaricare il comunicato stampa in pdf.

L’altra vita di Asma

di Martina Palazzo (contenuti forniti dall’ UNFPA Libia) – in english below

 

“Mi sono sposata a 19 anni. Quando ho scoperto di essere incinta per la prima volta ero al settimo cielo”, inizia così il racconto di Asma (nome fittizio), giovane donna sfollata attualmente residente a Um-Alaranib, nel centro-sud della Libia. È fuggita da Sebha insieme a tutta la sua famiglia alla ricerca di quiete e sicurezza. Scappavano dal conflitto, dalla povertà, dalla paura. “Mi avevano detto che questo era un posto tranquillo dove poter trovare una casa e mandare a scuola i miei figli”, continua. I suoi cinque figli, tanto desiderati e tanto protetti, divenuti proiezione del suo proprio benessere alla sola condizione che la loro fosse, e sia ancora, una bella vita.

Per mesi Asma soffriva di deconcentrazione, stress acuto e stanchezza perpetua. Continuava a sognare di terminare gli studi e trovare un lavoro dignitoso per essere soddisfatta come donna e come madre. Sogni, quasi epifanie deliranti, ritmati da ricadute nel pessimismo assoluto. Depressione fu la diagnosi del dottore Suha, medico presso l’unità mobile allestita dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA) grazie al contributo finanziario dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS). Il dr. Suha l’ha visitata, l’ha ascoltata e l’ha indirizzata verso una pianificazione familiare controllata. Alla sua scrivania c’era del materiale informativo ed educativo, lo stesso che distribuisce ai pazienti, circa 40 a settimana, durante le visite o le sessioni di sensibilizzazione. Da allora, la vita di Asma è cambiata. La sua salute psico-fisica è migliorata, ha terminato gli studi in infermieristica e ha intrapreso un percorso professionale in una clinica. “Oggi lavoro come assistente medico e sento di contribuire al benessere della mia famiglia e della comunità”, conclude Asma.

Quella di Asma è una delle tante storie, raccontate ma più spesso taciute, degli sfollati in Libia. Secondo i dati più recenti dell’OIM, sono ancora 143.000 le persone che hanno dovuto lasciare le loro case nonostante il cessate il fuoco e i miglioramenti della situazione securitaria. Un dato importante per comprendere le conseguenze che anni di conflitto hanno generato sulle  condizioni di vita delle popolazioni.

Grazie al contributo italiano e all’impegno sul campo dell’UNFPA e dei suoi partner, molte persone tra cui migranti, sfollati, donne e altre categorie vulnerabili possono accedere gratuitamente a servizi integrati di emergenza in ambito di salute riproduttiva e di protezione in risposta alle violenze di genere.

Per una vita dignitosa, di sogni e di conquiste!

 

 

L’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo interviene in partnership con UNFPA in Libia per supportare l’accesso a servizi sanitari essenziali relativi alla salute riproduttiva materno-infantile e ai servizi multi-settoriali di risposta alla violenza di genere a beneficio dei gruppi più vulnerabili della popolazione, tra cui ragazze e donne.

Il programma, realizzato nel sud della Libia (Ghat, Zawilah, Um Alaraneb e Tmassah), si declina in diverse attività: il dispiego di unità mobili e di personale sanitario specializzato, la formazione e il rafforzamento delle capacità, la realizzazione di campagne d’informazione e sensibilizzazione.

Da settembre 2022, 18.488 persone, di cui 11,005 donne, 871 migranti e 674 sfollati interni hanno ricevuto assistenza medica grazie alle unità mobili e il personale sanitario dei centri ospedalieri.

 

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